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METROLINGUALISM…ANALIZZIAMOLO MEGLIO!

Aggiornamento: 9 ago 2022

Revisione a cura di Martina Di Palma


Abbiamo già evidenziato che questo curioso fenomeno, studiato da Alastair Pennycook e Emi Otsuji, riguarda persone che, nella loro quotidianità, vengono coinvolte in scambi linguistici e culturali.

Sono proprio le differenze culturali ad essere alla base di questi scambi, in quanto ognuno ha una propria identità linguistica e culturale da mettere in gioco. Come? Impiegando risorse linguistiche, culturali e codici semiotici per permettere un vero e proprio dialogo interattivo.


Spesso vivere in un contesto multiculturale porta il soggetto a svolgere le proprie attività quotidiane, a vivere esperienze di vita e a costruire la propria identità culturale in un’ottica di diversità, all’interno di situazioni e spazi comunicativi determinati. Da questo concetto si sviluppano numerose ricerche, focalizzate sia sulle radici storiche degli individui che interagiscono in un tempo e in uno spazio preciso sia sul linguaggio verbale, paraverbale ed emotivo.


Riprendiamo qualche esempio.


Se andate a Malta, in parecchi ristoranti e mercati, sentirete parlare contemporaneamente arabo e inglese, lingue che vengono addirittura mischiate. Il personale è composto da migranti di seconda generazione che lavorano nello stesso ambiente. Se analizziamo la situazione da un punto di vista linguistico questi stranieri, tramite il loro lavoro completano dei compiti comunicativi.


Fonte: Canva

Marrickville, in Australia, è un mix di culture: ci sono italiani, portoghesi, greci, vietnamiti e cinesi. Questo clima multiculturale si respira anche nei café, come testimoniato dai lavoratori con un ampio retaggio culturale. La stessa filosofia è stata adottata per il "Little Paris" dal proprietario nativo algerino con madre marocchina. Si tratta di un locale dal sapore nettamente parigino con clienti prevalentemente giapponesi, personale multilingue e multiculturale; l’atmosfera che si respira è quella di un vero e proprio mercato linguistico in cui si discute di qualsiasi argomento.


Fonte: Canva

I mercati cittadini sollevano un’altra questione importantissima: la relazione tra spazio urbano e spazio rurale. La città si compone di una serie di ambienti diversi e ognuno di essi richiede specifiche risorse linguistiche e comunicative. Tutte le città sono multilingue ma la diversità si fa sentire maggiormente in quelle più grandi data l’interazione che avviene tra spazi e persone. Si pensi al caso di Londra: da un lato centro finanziario, rete di trasporti e comunicazioni, dall’altro degrado e povertà, spazi marginali in cui gli studiosi di metrolingualism trovano pane per i loro denti.


Inoltre, vale la pena soffermarsi sulle abitudini alimentari, in quanto il cibo può essere inteso sia come momento di familiarità sia di convivialità; un elemento presente in svariati contesti, come scuole, luoghi di lavoro e ristoranti. È importantissimo sapere che il cibo è uno dei simboli fondamentali per descrivere la cultura di ciascun paese, le abitudini, la varietà degli alimenti sia dal punto di vista culturale sia in termini di esigenze alimentari, di divieti imposti da determinate religioni e così via. A proposito di ciò, la varietà del cibo è importante anche dal punto di vista economico, basti pensare alle grandi catene create con la globalizzazione che fanno emergere altri punti critici tra cui: povertà, malnutrizione, disturbi alimentari, educazione alimentare. Per non parlare di programmi come Cooking Channel, Master Chef, The Naked Chef, Iron Chef in cui non solo si cucina, ma si vive anche un momento di spettacolo, di discussione e di apprendimento.


Il metrolingualism non è un fenomeno lontano e per toccarlo con mano basta ascoltare attivamente le persone in qualsiasi luogo: metropolitana, mercato, centro ricreativo.


Fonte: Canva

Libri citati
Alastair Pennycook, Emi Otsuji, (2015), Metrolingualism: language in the city, Routledge.

 
 
 

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